Penale tributario: Solo la prova del concreto pagamento dei lavoratori rende esente da responsabilità il datore di lavoro.
La Suprema Corte di Cassazione, con la sentenza n. 2565/2019, torna a pronunciarsi sul tema dell’omesso versamento di contributi previdenziali ed assistenziali.
Questione molto dibattuta dalla cronaca politica e giudiziaria quella affrontata dai giudici della Suprema Corte, i quali hanno affermato il principio di diritto in base al quale solo il concreto pagamento delle retribuzioni ai lavoratori rende esente da responsabilità penale il datore di lavoro, imputato per il reato di cui all’art. 2, comma 1-bis, legge n. 638/1983.
La S.C. giunge a tale conclusione richiamando anche la giurisprudenza civile secondo cui le buste paga sebbene sottoscritte dal lavoratore costituiscono prova solo della loro avvenuta consegna ma non dell’effettivo pagamento, necessario ad escludere il dolo, com’è noto integrato dalla forma generica, per il reato di omesso versamento dei contributi previdenziali ed assistenziali.
Con la pronuncia in commento, i giudici della terza sezione della Cassazione hanno rilevato come il rilascio del prospetto paga non abbia il valore di quietanza ai sensi dell’art. 1199 c.c..
In conclusione, il datore di lavoro (in funzione di sostituto d’imposta ai sensi dell’art. 19, l. 218/1952), che vuol escludere la propria responsabilità penale in ordine al reato di omesso versamento di contributi previdenziali, ha l’onere di provare il concreto pagamento delle retribuzioni ai lavoratori; nell’ipotesi in cui non abbia provveduto a versare i contributi previdenziali, ai fini dell’applicazione dell’esimente di cui all’art. 45 c.p. (forza maggiore), deve provare che la crisi di liquidità dell’impresa derivi da fattori esterni alla gestione aziendale dovendo essere determinata da fattori imprevedibili, e che esulano del tutto dalla condotta dell’agente, in modo da rendere ineluttabile il verificarsi dell’evento.
Dott. Gaspare Tesè