SPAZZACORROTTI: Irragionevole ritenere il peculato tra i reati che denotano pericolosità sociale. Atti alla Consulta.
La Suprema Corte con una condivisibile e attesa ordinanza, la n. 31853 del 18.0719, ha rimesso alla Corte Costituzionale la questione relativa alla presunzione legale di pericolosità, nell’ipotesi di soggetto condannato di peculato. La S.C. ha ribadito che il reato di peculato è ontologicamente ben diverso dai reati di associazione a delinquere, terrorismo, estorsione ed altri reati connotati da violenza, perché chi commette peculato mira ad un arricchimento personale e quindi pone in essere una condotta di approfittamento.
La Cassazione nel rimettere gli atti precisa che trattandosi di scelta legislativa connotata di un “bisogno di pena”, essa può essere oggetto di censura solo se trasmodi nella “irragionevolezza o nell’arbitrio”. La Cassazione diffida dalla politica legislativa che amplia in modo eccessivo in ambito penale, le “presunzioni legali di pericolosità” perchè esse sfuggono a quella che dovrebbe essere la finalità rieducativa della pena, che richiede valutazioni individualizzate e circoscritte al caso concreto.
Sarà la Consulta a decidere se anche per questo rilevantissimo aspetto ci si trovi innanzi una palese lesione dell’art. 3 della Cost..