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La Corte di Cassazione (sent. n.15427/20) ha annullato la sentenza della Corte di Appello di Brescia (nota per l’altissima percentuale di conferme) perché ha ritenuto inidonea a supportare una condanna la motivazione in essa contenuta.
La S.C. tiene a precisare che nel caso di reati fallimentari l’obbligo motivazionale va ulteriormente salvaguardato, non potendo essere esaurito con il mero richiamo a formule di stile, perché in tal caso verrebbe violato il diritto di difesa.
La vicenda riguarda un imprenditore condannato in 1° e 2° grado per i reati di bancarotta fraudolenta patrimoniale e documentale accertati nel corso di un fallimento. La Corte osserva che è onere del giudice di appello non frustrare le aspettative dell’appellante sussistendo un preciso obbligo di analitica motivazione rispetto alle censure mosse alla sentenza di 1° grado. In altri termini la sentenza di appello difettava di tassatività, circostanza che ha determinato una lesione irreversibile del diritto di difesa.
Si tratta di una importante sentenza, che ripristina un rigore troppo spesso ignorato dai giudici di appello.
on. avv. Giuseppe Scozzari