Giustizia riparativa: bocciata prima di partire. Discutibile decisione del Tribunale di Genova
Una delle innovazioni culturali che ha destato grande interesse e grande attesa, soprattutto nel mondo carcerario, è (o forse era) costituita dall’istituto della “giustizia riparativa”, che sarebbe consistito in una sorta di patto tra l’imputato, la vittima e lo Stato, che in questo caso fungerebbe da mediatore e\o anche da soggetto offeso dal reato. Si tratta di una opportunità data al soggetto che ha commesso il reato, di recuperare rispetto alla propria condotta delittuosa innanzi alla società, alla vittima ed allo Stato.
Il Tribunale di Genova con una decisione discutibile, boccia l’istituto rilevando due limiti: 1) il primo di natura interna, ossia relativo all’impossibilità di dare attuazione all’istituto in quanto mancherebbe non solo qualsiasi Centro di giustizia riparativa, ma anche il personale formato ed idoneo a svolgere la mediazione; 2) il secondo limite (esterno) consisterebbe secondo il tribunale di Genova in un palese contrasto con la normativa comunitaria.
Uno dei limiti evidenziati dal Tribunale sarebbe la iper-vittimizazzione della persona offesa. Ma si fa rilevare che nella maggioranza dei processi non vi una persona fisica offesa, bensì vi è lo Stato soggetto offeso dal reato ed in questo caso la mediazione potrebbe funzionare, consentendo al reo da un lato di pagare il proprio debito e dall’altro di intraprendere un percorso di rieducazione e reinserimento sociale, che in fondo è uno degli obiettivi che si prefiggeva (l’imperfetto è d’obbligo) la riforma.
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on. avv. Giuseppe Scozzari