Il candidato al concorso per l’ammissione alla specializzazione in medicina deve riconoscere eventuali errori di stampa nelle domande.
Con ricorso di primo grado il ricorrente classificato in posizione non utile partecipava al concorso per l’ammissione al corso di formazione in Medicina Generale 2017-2020 indetto per n. 70 posti; impugnava la graduatoria finale degli ammessi unitamente agli atti del procedimento, tra i quali i verbali della Commissione e gli atti della Commissione ministeriale con i quali è stata predisposta ed approvata la griglia delle risposte ai quesiti di esame.
In particolare, si deduceva nel ricorso che nel quesito n. 51 “Quale tra gli antibiotici di seguito elencati non è consigliato nel trattamento della malattia di Lyme?”, tra le possibili opzioni veniva indicata la risposta Doxicillina (non esistente in commercio), in luogo di Doxiciclina.
Inoltre veniva precisato che la risposta esatta, secondo la Commissione, fosse “Cefalexina” e non anche la risposta “Amoxicillina” prescelta dal ricorrente.
Si deduceva che l’erronea indicazione della risposta era tale da trarre in inganno il candidato facendolo cadere in errore; veniva poi dedotto che, in ogni caso, la risposta “amoxicillina” sarebbe stata anch’essa esatta, essendovi plurime risposte corrette al quesito proposto, tra le quali quella indicata dal ricorrente.
Il Consiglio di Stato, con sentenza n.3415/2020, ha respinto l’appello.
Nella specie la massima Corte amministrativa ha ritenuto che il candidato preparato, essendo a conoscenza dell’inesistenza in commercio di un antibiotico denominato “Doxicillina” e dell’esistenza di un prodotto denominato “Doxiciclina”, avrebbe dovuto immediatamente rendersi conto del mero errore di stampa.
Avv. Danilo Conti