INTERDITTIVE ANTIMAFIA. In aumento durante il lockdown. Un potere devastante che sfugge di fatto al controllo giurisdizionale. Auspicabile una riforma.
Nonostante il lockdown le Prefetture hanno emesso un numero maggiore di interdittive rispetto al 2019, con un trend di crescita di oltre il 25%.
L’obiettivo delle interdittive è ben noto ossia evitare l’infiltrazione illegale nell’economia legale. A volte però una interdittiva paradossalmente produce l’effetto opposto, ossia consegna all’economia illegale una azienda che con grande difficoltà cerca di rimanere legalmente in vita facendo i conti con contesti sociali ed urbani complicati.
Una azienda interdetta è una azienda morta, a cui viene negato ogni sorta di rapporto con lo Stato e le amministrazioni periferiche.
Spesso con estrema leggerezza le prefetture emettono interdittive sulla base di semplici illazioni, altro che indizi gravi precisi e concordanti, emergenti nelle relazioni superficiali delle forze di polizia.
Il dato oggettivo, peraltro, che emerge da una analisi delle decisioni giurisdizionali amministrative è che manca qualsiasi controllo giurisdizionale. I T.A.R. ed il Consiglio di Stato, infatti, raramente annullano una interdittiva, con il triste risultato che un provvedimento che ha effetti devastanti simili a quelli di una sentenza penale, viene gestito da una autorità amministrativa (Prefetto e forze di polizia), sfuggendo di fatto a qualsiasi controllo giurisdizionale.
Il tribunale di Palermo ha sollevato una corretta questione di legittimità costituzionale rigettata dalla Corte, anche se in quel provvedimento di rigetto vi sono delle opportune puntualizzazioni. Per Gian Domenico Caiazza, presidente dell’Unione camere penali «È uno dei problemi cruciali del rapporto tra amministrazione della giustizia e sistema economico – dice – Ed ormai è un’emergenza. Il Consiglio di Stato respinge il 100% dei ricorsi».
La soluzione? Basterebbe giurisdizionalizzare il procedimento che porta all’interdittiva antimafia, circostanza che darebbe maggiori garanzie alle imprese.
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on. avv. Giuseppe Scozzari