PECULATO: RISPONDE ANCHE IL LEGALE RAPPRESENTANTE DI UNA SOCIETÀ CONCESSIONARIA DEL SERVIZIO DI RISCOSSIONE TRIBUTI PER CONTO DEL COMUNE.
La Sesta sezione penale della Corte Suprema di Cassazione il 21 settembre 2016, con sentenza n. 46235, si è pronunciata in materia di Peculato nei confronti del legale rappresentante di una società concessionaria del servizio di riscossione tributi per conto di un Comune.
La Cassazione precisa che tale soggetto, il quale gestisce il servizio di riscossione dei tributi locali, riveste la qualifica di incaricato di pubblico servizio a prescindere dalla natura privata della società. Infatti, lo stesso codice di procedura penale all’art. 358, privilegiando un criterio oggettivo-funzionale, fornisce una definizione piuttosto ampia dell’incaricato di pubblico servizio in quanto tale soggetto è colui che, a qualunque titolo, presta un servizio pubblico a prescindere da qualsiasi rapporto d’impiego con lo Stato o con qualsiasi altro ente pubblico.
Pertanto, ciò che si richiede ai fini della configurazione del reato di peculato è che l’attività svolta realizzi finalità pubbliche.
Dunque la Cassazione ha ritenuto integrare il delitto di peculato per appropriazione la condotta del soggetto che, autorizzato alla riscossione dei tributi, ometta di versare le somme di denaro ricevute nell’adempimento della funzione pubblica poiché quel denaro entra nella disponibilità della P.A. nel momento stesso della consegna all’incaricato.
Dott.ssa Mariagrazia Broccia