WHISTLEBLOWING: LE NOVITÀ IN MATERIA DI SEGNALAZIONE DI CONDOTTE ILLECITE
Il D.Lgs. 24/2023 (cd Decreto Whistleblowing), emanato in attuazione della Direttiva (UE) 2019/1937 del Parlamento europeo e del Consiglio, ha rafforzato la disciplina italiana in materia di segnalazione di condotte illecite, offrendo maggiori tutele ai cd whistleblower.
Il “whistleblower”, o “segnalante”, è colui che, testimone di un illecito o una irregolarità sul luogo di lavoro, decide di fare una segnalazione a riguardo.
Il Decreto si preoccupa di tutelare tali soggetti e di estendere l’ambito di applicazione dell’obbligo di attivare un sistema di segnalazione delle violazioni del diritto nazionale.
Tale obbligo, infatti, oggi grava, oltre che sui soggetti del settore pubblico, anche sugli enti privati che abbiano impiegato nell’ultimo anno almeno 50 lavoratori subordinati e su quelli con meno di 50 lavoratori dipendenti purché siano dotati di Modello organizzativo ex D.Lgs. 231/01 o si occupino di alcuni specifici settori (servizi e prodotti finanziari, sicurezza dei trasporti, tutela dell’ambiente ecc.).
Oggetto di segnalazione possono essere tutti quei comportamenti lesivi dell’interesse pubblico o dell’ente e che possono consistere, ad esempio, in illeciti amministrativi, contabili, civili, penali o illeciti rilevanti ai sensi del D.Lgs. 231 o violazioni del modello organizzativo.
Ogni impresa operante in Italia e rientrante nell’ambito di applicazione del “Decreto Whistleblowing” dovrà adeguarsi alla nuova disciplina, istituendo canali interni per consentire le segnalazioni, mettendo a disposizione dei segnalanti informazioni chiare e precise sulle procedure da seguire e sui presupposti per effettuare segnalazioni interne o esterne (attraverso il canale istituito dall’ANAC), predisponendo adeguate misure di tutela per i segnalanti, in particolare della loro riservatezza, al fine di evitare ritorsioni nei loro confronti (es. licenziamento, demansionamento, intimidazioni, ecc.).
Tale sistema di segnalazione, con il nuovo decreto, diventa un vero e proprio obbligo giuridico, sanzionabile dall’Autorità Nazionale Anticorruzione in caso di violazione.
Il termine per adeguarsi alle nuove disposizioni scade il 15 luglio 2023, per gli enti privati con 250 o più dipendenti (e per gli enti pubblici) e il 17 dicembre 2023 per gli enti privati con 50 o più dipendenti.
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Dott.ssa Concetta Sferrazza