D.LGS.231/01 L’ADEGUATEZZA DEL MODELLO ORGANIZZATIVO E LA CONTINUA ED INTENSA FORMAZIONE ESCLUDONO LA RESPONSABILITÀ DELL’ENTE
In materia di responsabilità degli enti ex Decreto 231 appare significativa la recentissima sentenza del Tribunale di Milano n. 1070/2024.
Si tratta di una pronuncia di particolare rilevanza in quanto nella stessa il Tribunale ha escluso la responsabilità dell’ente, nonostante la condanna delle persone fisiche imputate per la commissione del reato-presupposto.
I Giudici hanno osservato che, nonostante la condanna dei dirigenti, la società aveva adottato un efficace e adeguato Modello organizzativo che, di fatto, l’ha esonerata dalla responsabilità.
Va infatti ricordato che il Modello di Organizzazione, Gestione e Controllo disciplinato dal d.lgs.231/01, rappresenta uno strumento fondamentale per prevenire la responsabilità amministrativa degli enti, e che, ai fini di una sua totale efficacia esso deve essere accompagnato da un’adeguata formazione del personale e dall’adozione di un adeguato sistema sanzionatorio.
Risulta infatti indispensabile un impegno formativo “continuo ed intenso”, organizzato attraverso la predisposizione di sessioni periodiche di formazione, al fine di consentire alla popolazione aziendale di comprendere pienamente le conseguenze legali delle proprie azioni e ridurre, di conseguenza, il rischio di violazioni.
Infatti, come espressamente statuito nella sentenza in commento, “un modello idoneo ed efficace, oltre a prevedere una puntuale configurazione degli assetti interni e dei relativi meccanismi di controllo endoaziendali, deve essere accompagnato da un’intensa attività di informazione e formazione del personale attuata sia attraverso una diffusione e comunicazione a tutto il personale del Modello e del Codice etico, sia attraverso delle qualificate iniziative di formazione finalizzate a divulgare ed implementare la comprensione delle procedure e delle regole comportamentali adottate; iniziative che non devono risolversi in attività formative impartite occasionalmente, ma devono piuttosto ispirarsi ai criteri di continuità e di intensità”.
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Dott.ssa Concetta Sferrazza
on. avv. Giuseppe Scozzari