D.LGS. 231/01 L’ENTE È RESPONSABILE SE UTILIZZA SOMME DI PROVENIENZA ILLECITA PER REGOLARE I CONTI CON IL FISCO
Con la sentenza n. 35362/2024, la Corte di Cassazione ha approfondito un aspetto interessante riguardante la responsabilità degli enti ex Decreto 231.
La Suprema Corte ha infatti stabilito che si configura responsabilità della società per il reato di riciclaggio posto in essere da un suo amministratore, se le somme di provenienza illecita vengono impiegate dalla stessa per pagare il Fisco.
Di fronte alla tesi della società ricorrente per cui tali somme, in quanto destinate a soddisfare pretese fiscali, non potrebbero integrare alcun vantaggio patrimoniale idoneo a fondarne la responsabilità, i Giudici di legittimità hanno sottolineato che tale ricostruzione collide con la realtà economico finanziaria, posto che, a ben vedere, la disponibilità delle somme conseguita dalla società, attraverso la commissione del reato perpetrato dal legale rappresentante, ha di fatto comportato il conseguimento di un vantaggio per la società stessa.
Il vantaggio, secondo la Suprema Corte, sarebbe consistito nella possibilità per la società di adempiere con quelle somme alle obbligazioni tributarie e di conseguenza evitare il rischio di iniziative esecutive o liquidazione giudiziale.
Ne consegue che, l’utilizzo di somme di provenienza illecita per l’adempimento delle obbligazioni nei confronti del Fisco, comporta per la società il vantaggio di rimanere sul mercato, presupposto questo idoneo a fondarne la responsabilità per l’illecito di ricettazione, riciclaggio e impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita ex art. 25-octies D. Lgs.231/01.
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Dott. Concetta Sferrazza
on. avv. Giuseppe Scozzari